Descrizione del progetto
Farmacia ex Ospedale Sant’Agostino
Data: 2010/2011
Committente: Direzione regionale dei Beni Culturali Bologna
Progettazione e direzione lavori: Arch. Graziella Polidori
Categoria: OG2-OS2A
I locali della farmacia, chiamata in origine spezieria, risalgono alla seconda metà del Settecento, quando il duca Francesco III decise la costruzione di un nuovo grande Ospedale, realizzato tra il 1753 e il 1762. Nel 1758, il Duca volle inaugurare il complesso edilizio rappresentato dagli edifici disposti “a tenaglia” – che ospitavano i malati – e la metà più orientale dell’edificio che ha la facciata prospiciente la via Emilia, destinata agli uffici direzionali ed alla spezieria.
Alla spezieria furono assegnate due stanze, situate all’angolo tra la piazza Sant’Agostino e la contrada della Cerca. Secondo quanto riportato in un “Inventario di Capitali della Farmacia” del 1827 al suo interno si trovavano, oltre a numerosi libri farmaceutici, più di cento vasi di maiolica e mortai di bronzo e di marmo.
La rimozione degli spessi strati sovrapposti non è stata operazione molto facile, poiché si è dovuti procedere con la diversificazione sia dei metodi che dei prodotti utilizzati, per non intaccare le superfici così diverse tra loro. Quindi sulle pareti si è proceduto con impacchi di polpa di cellulosa e complessanti preventivamente testando i tempi di applicazione; sulle superfici in acero si è proceduto con pistole termiche e spatoline, poiché l’applicazione di qualsiasi solvente avrebbe provocato la rimozione della finitura a colofonia.
In merito al descialbo delle pareti poste all’interno del mobilio, si è proceduto riportando in luce il colore blu che, secondo la ricostruzione cromatica, doveva essere il colore utilizzato per ravvivare l’antica farmacia, insieme alle lesene in finto marmo ed agli elementi dorati. Lo stesso blu richiama inequivocabilmente il blu utilizzato come sfondo nelle lunette e nei vasi angolari.
Il restauro della decorazione sulla volta è stata comunque la fase più complessa e lunga di tutto il procedimento: dopo un lungo periodo di indagini scientifiche e di saggi, si sono delineate le caratteristiche del degrado, rappresentate dalla trasformazione dei prodotti applicati nei precedenti interventi di restauro (ambra e colla di coniglio) e di ritinteggiatura.
Prima della pulitura si sono eseguite le operazioni di preconsolidamento, per fissare quelle parti della pellicola pittorica in fase di distacco. Per la rimozione dei fissativi alterati, si è proceduto con una pulitura eseguita mediante applicazione di resina a scambio ionico, applicata a pennello, con monitoraggio continuo dei tempi di reazione sulle decorazioni pittoriche. La zona compromessa dall’allagamento, avvenuto a fine dicembre 2009, è stata sottoposta a impacchi di alcool e solventi aromatici; questa operazione ha permesso all’intonaco di spurgare una parte della resina sintetica accidentalmente assorbita, ma non completamente, come si può notare dalla colorazione giallastra.
Il restauro, di tipo conservativo, si è sviluppato nelle canoniche fasi del consolidamento dei distacchi, nella stuccatura e nel ritocco pittorico, quest’ultimo limitato alle sole stuccature ed alle zone maggiormente alterate cromaticamente.